Il padre dov’era

ricciLe omosessualità nella psicanalisi (di Giancarlo Ricci, Sugarco Edizioni, 2013)

Recensione a cura di Armando Ermini

I concetti cardine intorno ai quali si sviluppa questo lavoro di Giancarlo Ricci, psicanalista di scuola lacaniania, possono essere così sinteticamente definiti:

– L’omosessualità non è una malattia organica da guarire in senso “sanitario, medicalistico, oggettivabile”.  La guarigione, perciò, consiste in un percorso durante il quale il paziente che manifesta un disagio, è chiamato a scoprire il significato e il senso del sintomo. È quindi un concetto aperto, che potrà significare tanto la permanenza nella propria situazione quanto l’uscita da essa.

– Compito dell’analista è accompagnare il paziente in questo percorso di cura di sé, senza forzarlo o indirizzarlo secondo le proprie convinzioni. Il contrario, dunque, di un approccio ideologico che voglia per forza far uscire il soggetto dalla condizione omosessuale o che, all’opposto, si ponga l’obbiettivo di fargliela accettare come un dato naturale. Quest’ultimo è ormai l’approccio prevalente in Occidente, per il quale non esistono differenze fra omosessualità ed eterosessualità, e dunque il disagio sarebbe solo frutto di condizionamenti culturali. Col duplice esito di imprimere lo stigma dell’omofobia a qualsiasi opinione non politically correct sul tema, e di rovesciare i termini del problema. Infatti da curare sarebbe la società omofoba, e non il soggetto che si rivolge liberamente all’analista perché percepisce un disagio. Paradossalmente, e proprio in nome della difesa della diversità, si finisce così col negare ogni potenzialità trasformativa e autotrasformativa nel soggetto.   (altro…)

Lui e l’aborto: che ne è dunque del padre?

vanniluiabortoPubblichiamo la Prefazione di Claudio Risé al libro di Antonello Vanni: “Lui e l’aborto. Viaggio nel cuore maschile“, Edizioni San Paolo, 2013

 Il libro che state per leggere ha un valore storico: infrange per la prima volta il tabù che ha finora oscurato in Italia il rapporto tra i padri e i loro figli abortiti.
Che ne è di questa relazione iniziata con la fecondazione, e poi interrotta con la violenza prima della nascita? Per il bambino possiamo solo pregare. Ma che accade a quel padre, che a volte ha dato il via a quell’azione mortifera; e che per solito, comunque, non ha osato opporsi? Cosa ne è poi di quegli altri padri che hanno cercato di dire no, sfidando una sconfitta già scritta nella legge dello Stato? E andando incontro all’inaudita umiliazione (scritta dalla legge anche quella) del non aver voce ascoltabile, come non l’ha potuta avere il figlio? Cosa ne è infine del rapporto tra la madre e il padre, dopo questo lutto?
Il libro, il primo scritto su questo argomento in Italia, non può naturalmente rispondere esaurientemente a tutte queste impegnative domande. Il tabù posto sulla relazione tra i padri e i figli abortiti, in omaggio al principio stabilito ideologicamente secondo il quale “l’aborto riguarda solo le donne”, ha tra l’altro impedito addirittura la raccolta di gran parte dei dati necessari per rispondervi. È ciò che accade quando appunto si decide sulla base di ideologie, e poi si è obbligati a difendere le scelte adottate scoraggiando o impedendo ogni ricerca che possa produrre risultati contrari all’assunto di partenza. In ogni caso il materiale raccolto dall’autore col suo scavo pionieristico è di grande interesse per stimolare finalmente anche in Italia la partenza di studi e ricerche in questo campo, purtroppo ancora molto frequentato, e dolorosissimo. (altro…)

E’ uscito il nuovo libro di Antonello Vanni: “Lui e l’aborto. Viaggio nel cuore maschile” (Edizioni San Paolo, 2013)

vanniluiabortoCome reagisce un uomo alla notizia della gravidanza della donna? Perché la spinge all’aborto o cerca in tutti i modi di convincerla a tenere il bambino arrivando a gesti estremi per salvarlo? Perché i maschi di oggi tacciono, o devono tacere, non riuscendo a esprimere una posizione forte sull’aborto? L’incapacità di accogliere la vita nascente è connaturata alla figura maschile o è espressione delle tendenze secolarizzate e abortiste del nostro modello culturale? Quale influenza hanno, nel ricorso maschile e femminile all’interruzione di gravidanza, le critiche condizioni economiche in cui viviamo? La non conoscenza della crudeltà delle procedure abortive alimenta il silenzio della coscienza negli uomini? La legge 194 ha un effetto diseducativo sui giovani perpetuando nei maschi il disorientamento verso la vita concepita? L’esperienza dell’aborto ha un impatto traumatico sulla psiche maschile? Se sì, chi e come può rispondere al bisogno di ascolto e comprensione di questi uomini tormentati?

A questi ed altri quesiti risponde, in modo documentato ed approfondito, “Lui e l’aborto. Viaggio nel cuore maschile”, di Antonello Vanni (Edizioni San Paolo, 2013), il primo libro in Italia sull’uomo di fronte all’aborto. Con Prefazione di Claudio Risé.

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Il padre libertà dono (di Claudio Risé, Edizioni Ares, 2013)

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